(Tone Deaf Records) Parte “Giggrind”, opener dell’album, e sembra di trovarsi di fronte a un Johnny Lee Hoker bianco, con armonica, voce e acustica. Un blues viscerale. Le inferenze orientaleggianti, indiane, contaminano “Screaming Parrot Blue” e quasi ti torna alla memoria il compianto George Harrison e le sue fisse per la cultura e le sonorità indiane messe nei pezzi con i Beatles e non solo lì. C’è ancora blues e litanie dolci, vedi “Lost and Found”, ma in questo lavoro di Furious Giorgie si va anche oltre. “NGC 6543” è un’altra elegia acustica con interferenze psichedeliche, elettroncihe, cantata in italiano e sembra un miscuglio del Syd Barrett solista e gli Hawkwind di “Hurry on Sundown”, ma con un testo quasi alla Battiato. Si, è la chitarra acustica a dominare la scena e la voce, ovviamente, sempre puntuale e accomodante. Il tutto è fatto con vivacità, allegria. Un insieme di pezzi con il sorriso sulle labbra e le note che discendono dagli altoparlanti come uno sciame di farfalle colorate e che sprigionano suoni piacevoli con il loro batter d’ali. Un incanto, questo lavoro. Fermatevi, mettetelo nello stereo e ascoltatevelo dimenticando ogni cosa. Rinascerete, grazie a Giorgio Trombino (Haemophagus, Sergeant Hamster, Elevators to the Grateful Sky, The Smuggler Brothers, Il Tempo del Cane…).
(Alberto vitale) Voto: 7,5/10