(Iron Bonehead Productions) Cinque tracce, di cui una supera abbondantemente gli undici minuti, vanno a comporre il secondo album dei tedeschi Furis Ignis, a distanza ravvicinata dal precedente lavoro, targato sempre 2022. Inizialmente sembra un classico disco black della vecchia guardia, poi subentrano alcune pericolose analogie con gli Immortal, a cominciare dalla voce piuttosto simile a quella di Abbath. Poi, anche alcuni riff sembrano essere presi dagli ultimi dischi del combo norvegese, solo molto più grezzi e primordiali. Le analogie finiscono qui, ma sono davvero molto evidenti e non si distaccano dall’ascoltatore sino alla fine del lavoro. Un lavoro piuttosto buono, che miscela nelle giuste proporzioni la furia del black e quella leggerissima vena boombastica del gruppo di Abbath, senza mai rinunciare alle atmosfere solenni tipiche del genere…
(Enrico MEDOACUS) Voto: 7,5/10