(Scarlet Records) Dopo “Songs from the Earth”, che data ormai al 2015, è ora per i Furor Gallico del terzo album in studio: la principale novità sta nei notevoli inserti di voce femminile, che – da informazioni reperite in rete, dato che non ne trovo notizia nella nota stampa – attribuisco alla Guest Valentina Pucci. Dopo la celtica intro “Passage to a new Life”, il singolo “The Phoenix” vive di riusciti contrasti, ad esempio fra le due voci (quella maschile è sempre di Davide) o fra la batteria ‘estrema’ e i quieti passaggi folk. “Waterstrings” risulta impreziosita dai passaggi di arpa e piano; si passa poi a due brani in italiano. All’arcigna “Nebbia della mia terra”, dedicata evidentemente alla zona d’origine della band, risponde la ballata “Canto d’Inverno”, cantata a due voci pulite per un risultato evocativo e raccolto, che mi ha ricordato analoghe cose degli Elvenking. La lunga “Aquane” (che pure ha dei versi nella nostra lingua) è il brano che più ricorda la furia pagana degli Eluveitie, mentre la titletrack è carica di un epos trascinante. Si chiude con i sette, spediti minuti di “The Gates of Annwn”, canzone potente e solida. Un disco sincero che non manca di nulla e che convince nell’insieme.
(René Urkus) Voto: 7,5/10