(Frontiers Records) Questo album di debutto mette in luce una band britannica che è sospesa tra uno stile che viene dall’età classica dell’heavy metal e le nuove tendenze neo melodiche. Viene anche difficile decidere se definire questi individui di Brighton una band hard rock o heavy metal. Sono nel mezzo, questo è chiaro, visto il dubbio di chi scrive, e questa collocazione però non nasconde anche un “già sentito” nel loro sound, il quale ha però il dono di accattivarsi l’ascoltatore, grazie alla sua immediatezza e alla buona prova di Matt Mitchell, il cantante. Si comportano bene i Furyon in pezzi come “Flyin’ From The Inside”, “Stand Like Stone”, brano molto vicino alle ultime tendenze del melodic metal, negli oltre 8′ di “Desert Suicide”, dove sprigionano un sound più rock e zepeliano (cosa che non accade solo in questo pezzo). C’è anche “Don’t Follow”, la quale ricorda alcune situazioni dell’hard rock scuola di Los Angeles, ma nel complesso i pezzi sono di buona fattura e anche quelli meno riusciti (si qualcuno non si digerisce) ti porta poi quel ritornello o assolo che alla fine ti invita a proseuire. Questi particolari poi sono il sale di un album, sono quei dettagli che li differenziano da altri meno riusciti e che si guadagnano elogi (come in questo caso) promuovendo così un nuovo nome (appunto!). I Furyon con “Gravitas” perfezionano un sound con AOR, hard rock, heavy metal e rock. Ci riescono e questo è ciò che conta.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10