(Dream Records) Gli inglesi Furyon credono incredibilmente nella propria musica e, con alle spalle una agenzia capace come la Rock’n’Growl, pubblicano il loro secondo album annunciandolo con grande sicurezza. Alla fine “Lost Salvation” non è affatto male, anche se una maggiore varietà dei pezzi avrebbe sicuramente giovato al risultato finale. “All that I have” è una sorta di incrocio fra modern metal e post grunge: roba un po’ bastarda che farebbe inorridire i puristi, ma in fin dei conti efficace e solida. Radiofonica “These four Walls”, direi proprio sulla scia dei Soundgarden, mentre “Scapegoat” ha un andamento a tratti blueseggiante molto coinvolgente. Con “Lef it with the Gods” siamo di fronte a un modern hard rock ruvido, mentre con “Dematerialize” si affaccia nel sound qualche debole riferimento progressive (ma la menzione dei Dream Theater fra le influenze è del tutto priva di ogni fondamento). La vagamente malinconica “Wiseman”, che potrebbe rimandare perfino agli Alice in Chains, chiude un platter fatto per una platea smaliziata e con un certo interesse per le tendenze più commerciali del mercato.
(René Urkus) Voto: 7/10