(Scarlet Records) Sesto album per i ferraresi Game Over, ora diventati un quintetto dopo l’entrata del bassista Leonardo Molinari e del singer Danny Schiavina, quest’ultimo dotato di una voce grintosa ma decisamente più pulita rispetto alla timbrica aggressiva di Renato Chiccoli; un cambio secondo me azzeccato, perché consente alla formazione emiliana di adottare soluzioni melodiche nuove, senza per questo tradire minimamente l’attitudine thrash che la contraddistingue. “The Final Hour” è una breve intro dalle atmosfere cupe che lascia subito posto all’arrembante “Lust For Blood”, caratterizzata da riff serrati sostenuti da un tappeto di batteria in doppia cassa su cui si stagliano vocals potenti e pulite, sostenute da gang choruses. “Neck Breaking Dance” potremmo definirla come la “Toxic Waltz” dei Game Over: ritmiche in palm muting, mid tempo sul quale pogare e scapocciare in totale spensieratezza; notevole l’assolo verso fine brano, che arricchisce ulteriormente uno dei brani più divertenti che io abbia ascoltato recentemente. Decisamente più tirata e veloce “Grip Of Time”, dotata di un riffing tagliente che esplode definitivamente durante il refrain, mentre “Lost In Disgrace” è al contrario più oscura e riflessiva, non lontana de certe cose degli ultimi Anthrax, con la voce di Schiavina che ricorda un po’ quella di Joey Belladonna. Le ritmiche tornano assassine su “Vell Of Insanity”, bordata thrash old school, ma senza rinunciare ad indovinate armonizzazioni ed un buon solo nella parte centrale. “Gateway To Infinity” è un mid tempo melodico ed anthemico, mentre la breve strumentale “Tempesta” è atmosferica, introducendo quello che sarà il riff portante della ballad del disco, l’intensa e malinconica “Crimson Waves”. Chiude l’album l’arrembante “Weaving Fate”, aperta da una frase in italiano tratta da un film (‘La Maschera del Demonio’ di Mario Bava del 1960), per poi proseguire in una serie di cambi di tempo degni dei migliori Annihilator. Un album in pieno stile Game Over, eppure unico nel suo genere. Il cambio dietro al microfono ha aperto nuovi scenari ad una band in continua trasformazione, pur mantenendosi fedele a sé stessa.

(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10