(Nuclear Blast) I Ghost Bath sono un tantino eccentrici. Il fatto di essere definiti (ma anche di definirsi) come depressive black metal, lascia qualche perplessità dopo una fase di ascolto. La loro musica è struggente per certi versi, è epica, intensa, ma anche caotica e forse fredda. Depressive, appunto. All’inizio i GB sostenevano di avere origini cinesi, poi però saltò fuori che sono del Nord Dakota e questo forse non ha intaccato in alcun modo un’immagine dai contorni tremuli e un’identità che viene sempre dopo la musica, dopo lo stesso nome. I Ghost Bath sono la loro musica e contemporaneamente un nessun luogo. Il sound di “Moonlover” è come una notte d’inverno, ci può essere di tutto: il pallore della luna, le stelle, o il vento e la neve, la pioggia, il buio. Tutto, tanti elementi, ma è sempre e comunque notte e fa freddo. La percezione del freddo arriva automaticamente dalle canzoni, settate su un piano epico, d’atmosfera, cinematico (perdonate il termine). Anche quando è la semplice elegia di un arpeggio di chitarra, come per “Beneath the Shade Tree”. La loro musica, il loro black metal o post black metal, visto che a volte sia ha la netta sensazione di avere a che fare con del puro ‘post’, è un piano sequenza.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10