(Signal Rex) Debuttano i portoghesi Ginnungagap, band appartenente al ‘Clandestine Circle of Aldebaran’ (assieme a acts quali Degredo, Trono Além Morte, Occelensbrigg, Nox Insultum, Ordem Satânica o Voëmmr)… praticamente la crème de la crème dell’underground lusitano, il loro ‘Inner Circle’, le loro ‘Légions Noires’. Pertanto non c’è da aspettarsi alcuna rivoluzione o vera novità nel sound, tantomeno qualsivoglia barlume di speranza, di luce, di spiritualità che non sia devota al maligno ed aleggiante nei gironi più profondi e nefasti dell’inferno. Un album selvaggio ma liturgico, con linee vocali graffianti e stupendamente old school. C’è un barlume -scusate il termine- di epicità nelle progressioni, le quali dentro il turbinio di una batteria che picchia duro, lasciano emergere teorie sonore avvincenti, come dimostra l’ottima “Mysteries of the Primordial Moon”, capace di spingersi fino all’anticamera di un black metal cosmico, qui però sapientemente relegato nella melma sulfurea del lato più dannato della nostra esistenza; sono questi intrecci sonori che fanno confondere delle corde di chitarra molto ben torturate a delle ipotetiche tastiere provenienti da un’altra dimensione… ma la totale mancanza di informazioni -non si conosce nemmeno quali o quanti siano i membri della line up- altro non fa che alimentare questo destabilizzante ma suggestivo mistero. Un album registrato in uno stanzino maleodorante… oppure concepito con feroce cinismo in uno studio moderno e molto ben attrezzato capace di rendere quel sublime senso di perduta devastazione. Volete black metal? Siete dei puristi? Per voi non siamo ancora andati oltre la prima metà degli anni ’90? Perfetto, perché “Heliacal Arising” è esattamente il disco del quale avevate bisogno.
(Luca Zakk) Voto: 8/10