(Satanath Records / MurdHer Records) In circolazione da tempi immemori, i blacksters finlandesi Gloomy Grim non hanno perso lo smalto, anzi, il nuovo album è granitico, ricco di groove, con momenti tanto inquietanti quanto incalzanti. La storia della band risale a metà anni ’90, un progetto one man band di Agathon (Soulgrind, Walhalla, ex Airdash, ex Thy Serpent, ex Corporal Punishment) poi evolutosi verso una formazione completa, la quale ha subito variazioni nel corso di questi ventisei anni, i quali hanno visto la pubblicazione di un totale di sette album. Dopo la pubblicazione dell’ultimo full length, “The Age Of Aquarius” (recensione qui), l’ultimo cambio tra le truppe è stato l’ingresso di AstroNuclear Agitator (Astral Corpse, Ø) alla batteria circa un paio d’anni fa, a fianco del bassista di lungo corso Nuklear Tormentörr (Barathrum, Disformed) e Micko Hell alla chitarra (Denigrate, Igigi, ex-Sargo Fvck), sempre capitanati dallo storico mastermind. Apparentemente proprio Agathon non se la sta passando bene, sembra abbia problemi di salute, pertanto “Agathonomicon” è probabilmente da considerarsi l’album finale della storia di questa band. Un album con una favolosa radice old school comunque arricchita da keys, divagazioni teatrali, progressioni catchy, in un turbinio di oscurità decisamente avvolgente. “The Hermit” offre subito energia tetra, mid tempo eccitanti, linee vocali seducenti, mentre le tastiere circondano un incedere pregno di dannazione comunque annegato una produzione dall’indovinato sentore lo-fi. Scatenata “Master Inside”, infernale e ricca di riff thrasy “Third Eye Opening”, brano che apre anche a teorie deliziosamente doom. Sporca e trasudante malignità la lenta “They Are Waiting”, curata e melodica “Conjunction To The Ground”, pezzo che evolve in stile death/doom verso una sezione affidata a travolgenti cori i stampo rituale. Thrash spinto all’estremo, con dettagli gotici su “To The Death I Have Sworn”, micidiale, estrema e molto pungente “Purity, Beauty, Freedom”, contorta e marziale “Blood, Monsters, Darkness”, prima di “Haunting, Hunting, Howling”, brano angosciante che nasconde una ghost track (ci sono quasi dieci minuti di silenzio tra le due) che in qualche modo continua il percorso, verso il finale e l’epilogo di questo ottimo album. Black metal allo stesso tempo moderno e antico. Black metal spinto in una dimensione più ricca con inserti thrash, death e doom: se il black deve materializzare male e terrore, allora la formula dei Gloomy Grim è tra le migliori in circolazione!
(Luca Zakk) Voto: 8/10