(Napalm Records) Una chitarra, un basso e una batteria, affiancati in modo pulito da una produzione che li dispone sullo stesso livello. I suoni sono quelli di un selavaggio psycho doom/stoner in stile jam session. Pezzi lunghi e la quasi assenza del cantato e quando c’è è il chitarrista al microfono. Il suo nome è Johan Jacob ed è anche l’autore della copertina, oltre ad esserlo per quelle di altri, come i Karma To Burn ad esempio. Lunghe improvvisazioni che partono da una melodia di base, gli strumenti che viaggiano come su un binario a tre assi. Il wah wah che domina, spesso è talmente saturo da produrre suoni come stelle remote che pulsano lente, ammantando di quell’alone psichedelico il cielo di questi pezzi. Sound robusto, ipnotico, occulto, ma anche ripetitivo nei suoni e strutture. Ti affascina per come si presenta e ti delude, un po’, per dove va a finire. La tipica musica pachidermica e da trip che ripropone se stessa e che dilata fino all’eccesso le melodie.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10