(Crucial Blast) Nuovo abisso e nuove creature che lo abitano. Mories, colui che è dietro a Gnaw Their Tongues, ritorna con un nuovo album dal quale ci si può aspettare il solito incubo allucinante. Dopo i diversi approcci personali verso Gnaw Their Tongues e con la sola recente compilation “Collected Atrocities” (QUI) e l’album del 2011 “Per Flagellum Sanguemque, Tenebras Veneramus” (QUI) che compaiono in Metalhead, il pensiero di chi scrive queste righe è che in fin dei conti è comunque poco il complessivo flusso sonoro assaggiato e vissuto. Mories è un musicista vasto, un autore che scardina ogni tipo di regola e crea una propria dimensione sonora che può piacere oppure no; chi scrive spesso si ritrova nel secondo caso, ma questa volta l’opera di Mories ha qualcosa di meno confuso e più concreto. “Abyss of Longing Throats” è comunque una creatura figlia del caos e quest’ultimo altro non è quella divinità suprema che spesso manovra le sorti delle composizioni prodotte da Gnaw Their Tongues. Nonostante questo i suoni e ancora di più i rumori, sono la brutale dimostrazione di balck metal e industrial, incollati da un noise acerbo e non pretenzioso, con il risultato di avere un filo logico, una sequenza di pezzi che progredisce e si rivela mostruosamente coesa. Incubi, quelli che popolano la mente di Mories e ai quali da sempre voce, raffigurandoli attraverso pezzi estremi, neri e maledetti o perversi che siano. “Abyss of Longing Throats” forse offre qualcosa di più, un atrocità insolita oppure Mories presenta lo stesso principio ma solo raffigurato con tinte diverse. Difficile dirlo con certezza, perché con Gnaw Their Tongues di certezze non se ne hanno mai.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10