(Iron Bonehead productions) Ci eravamo lasciati a metà dell’anno scorso con un EP pieno di promesse (qui), ora siamo alla resa dei conti. Allora, i Goatkraft si sono impegnati e un po’ di battaglie, le hanno effettivamente vinte. Ad esempio, abbiamo tracce davvero molto tirate, dei riff veloci, oscuri e potenti. La struttura delle canzoni è quella tipica del black, piuttosto lineare e concisa, fatta di brani ‘mordi e fuggi’, pallottole impazzite in una mitragliatrice schizofrenica che semina panico e dispensa morte come non ci fosse un domani. La voce, ecco… diciamo che non è il classico suono che ci si aspetterebbe da un gruppo black, ma lascio la mia perplessità all’ipotesi che forse la cosa è stata voluta per dare una nota esotica ad una ricetta di per sé piuttosto semplice. Certo che questo trio ne ha avuto di coraggio a presentarsi al debutto con un album che sfida apertamente i grossi nomi come Marduk e Watain e tanto coraggio va assolutamente premiato, considerando che il risultato finale è più che encomiabile. Un disco sincero, veloce, davvero cattivo, che può, adeguatamente evoluto nel suono, portare il combo tra i grandi nomi del genere.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10