(BMG) Se i Godsmack hanno iniziato a cambiare pelle dall’album “1000hp” del 2014 e continuando nel 2018 con l’album “When Legends Rise”, anche “Lighting Up the Sky” segue questo processo che lo rende molto radiofonico. “When Legends Rise” è la conseguenza diretta per una band che ha scritto canzoni proprio adatte agli USA e alle sue classifiche. I Godsmack come residuo del nu-metal, alternative rock e grunge sono cassati per sempre. La rock band di Boston lancia sul mercato un album con un bel po’ di pezzi ruffiani e ‘piacioni’. “Soul On Fire”, le due ballad “Truth” e “Growing Old” sono esempi prodigio. Tuttavia “You And I” apre l’album in maniera gradevole, la canzone appare misurata e concepita forse a tavolino ma ha una suo stile e in fase di assolo ci mette un pizzico di lisergica psichedelia. La realtà però è che “Lighting Up the Sky” è altra pasta. “Surrender” è un singolo che anticipando l’album ha da subito attecchito e forse è fuorviando i fans. “Surrender” appare come una scelta dosata di alzare e abbassare l’andatura, con un cantato che è misurato nelle strofe ed euforico nei ritornelli. A proposito Sully Ema, bella voce ma il suo lavoro resta un dualismo tra James Hetfield e Layne Stanley. “Red White And Blue” prende ispirazione dai Volbeat, “Hell’s Not Dead” suona come del britpop fatto in questi anni ‘20 e così via verso “Let’s Go!”, altra perla radiofonica, e il feeling della conclusiva “Lighting Up The Sky” che dal vivo sarà apprezzata. Sono undici pezzi da prendere e consumare, infiocchettati da una produzione – by Sully Ema e la supervisione di Andrew Murdock, noto per i suoi lavori con Avenged Sevenfold e altri – che rende questo prodotto comunque solido per un sostanzioso mordi e fuggi.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10