(Kscope) Psichedelici e contorti all’ennesima potenza. Oltre il tempo, oltre la storia, oltre la vita e la morte. Una band in circolazione dalla fine degli anni ’60, fondata dal leggendario Daevid Allen (anche dei Soft Machine)… una idea che, nonostante la sua dipartita nel 2015, continua ad essere fedele al concetto originale, a quell’essere sicuramente rock, ma andando verso territori decisamente psichedelici… senza dimenticare spunti jazz e divagazioni space rock, cosa molto palese in pezzi quali “Ship Of Ishtar”. Musica che ambisce sempre e comunque all’essere sperimentale, con l’intenzione di muoversi in un ambito dell’etere lontano da ogni schema noto o prevedile. Sassofoni. Elettronica. Flauti. Rock, atmosfera, aperture che giungono anche dentro una navigare attraverso la vasta galassia folk, cosa che “All Clocks Reset” conferma con impeto. Con la line up concepita dal David stesso in occasione dell’ultimo disco prima della sua morte (“I See You”, 2014), i Gong continuano ad esistere, a scavare dentro i meandri della musica, scoprendo, inventano, evocando… oltre che rievocando, esaltando, stimolando senza limite alcuno! Poi con capitoli quali “Choose Your Goddess”, ecco che la band va oltre ogni confine sonoro, dando vita a un groove monolitico, a linee di basso incredibili, a scenari per flauti, sassofoni e fiati vari, con improvvisazioni ritmiche semplicemente surreali. Davvero, mi piacerebbe chiedere una sola cosa al compianto David: ‘avresti mai scommesso un solo centesimo che la tua band sarebbe stata in giro ben oltre 50 anni dopo il giorno che ti sei sognato di fondarla?’
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10