(AFM Records) I Gothminister hanno brillato nell’avere trovato un buon equilibrio nel loro industrial tra il metal e l’ambientazione elettronica, con quest’ultima che è stata abilmente e all’occorrenza anche un pochino sbarazzina, cioà in una maniera pop. “Pandemonium”, il predecessore di questo nuovo album, ne è la prova. Con l’elettronica la band di Bjørn Alexander Brem ha saputo delineare elementi gothic, dark e spinti da riff poderosi ma accattivanti. Brem e i Gothminister hanno poi giustamente voluto inseguire la possibilità di andare all’Eurovision, partecipando, con la canzone “We Come Alive”, alle preselezioni avvenute nel loro paese, la Norvegia, vinte poi dai Gåte. Questo desiderio è stato un indizio poco incoraggiante verso le aspettative del nuovo album “Pandemonium II: The Battle of the Underworlds”, il quale manda un po’ all’aria quel famigerato equilibrio di cui sopra. Tastiere e sintetizzatori prendono il sopravvento, con influssi synth-wave, EBM, pop-wave e addirittura techno; dunque le chitarre presenti ne fanno le spese, apparendo più leggerine. Le linee vocali sono spesso oscure ma nelle strofe, nei ritornelli si addolciscono a beneficio di una fruibilità ingigantita. Persino il mistero, l’orrido, il gotico vanno sullo sfondo a fare da scenografia a questo sound cavalcante, ritmato che invita a ballare: si pensi a “Creepy Shadows” che nonostante il titolo di metal non ha niente, tranne per un bridge finale con quel growl. Lo stesso si può pensare di “We Come Alive”. L’album a bontà sua vive si di ritmo, non da meno di una vocalità in fondo catchy, lontanuccio da un’identità industrial metal. Gli episodi più tonici sono le direzioni ‘tedesche’, roba alla neue deutsche härte, dove però le chitarre sono dominanti su un ritmo comunque danzereccio? “Tonight” è una perfetta istantanea. “I Am The Devil” e “We Live Another Day” sfoggiano episodi chitarristici e nei pattern di stampo Ministry. Se alcuni pezzi sono dannatamente accattivanti, “Monastero Creature” è invece un piccolissimo gioiello per come è stilisticamente ancorato al primo “Pandemonium” e per come sa essere ombroso e a suo modo sperimentale quanto cinematico.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10