(Nordvis Produktion) Sempre lui, sempre lo svedese Nachtzeit (in anagrafe Henrik Sunding) dei Lustre con un altro dei suoi ormai tanto innumerevoli quanto validi progetti solisti, una delle sue varie one man band. Ma analizzando il lavoro di questo artista, emergono dei dettagli: se il progetto Nachtzeit espone il lato più black metal del progetto più famoso, ovvero l’atmospheric/ambient black di Lustre, con Gråande si prende una direzione diversa, più ampia, e questo anche grazie alla collaborazione con il vocalist e autore dei testi Nichil, rendendo questa idea une delle poche firmate da Henrik e definibile come ‘vera band’. Due soli brani, sempre epici, potenti, graffianti, pulsanti, con l’immancabile elettronica che in questo caso si colloca quasi ai margini, ricordando indubbiamente grandi capitoli di Burzum. La lunghissima “Sjöar Ovan” mette subito in mostra questi aspetti stilistici: lenta, quasi depressiva, circondata da una atmosfera aspra (in chiave Lustre)… prima di un’improvvisa accelerazione, portando il tutto su teorie vagamente symphonic black, attraverso ottime melodie, passando per intermezzi che si staccano dal legame con la terra vagando liberi nel cosmo, prima di un finale deliziosamente trionfale. L’altro brano, “Evighetens Kvarn”, è più oscuro, più caustico, più misterioso, con un remoto tocco folk e, nuovamente, quella divagazione che riporta ai minimi termini ai quali Lustre non rinuncia mai. Ancora Nachtzeit, ancora questo artista ed una delle sue incarnazioni… questa volta con un complice, con un altro dannato il quale in questa nuova rappresentazione artistica aiuta il collega a compiere un ulteriore passo verso una nuova dimensione delle tenebre.
(Luca Zakk) Voto: 8/10