(Prophecy Productions) Le tradizioni del proprio paese e il dialetto sono il fulcro dei Gràb. Il bavarese Grànt e membro dei Dark Fortress, inaugura questo progetto nel 2015 e qualche anno dopo si associa Grain (Schrat, Gråinheim e molti altri), il quale però abbandonerà dopo il primo album “Zeitlang”, di quattro anni fa, per essere rimpiazzato da Gnàst, inglese ed ex Winterfylleth. Gràb si collocano nell’insieme delle black metal band che recuperano le tradizioni popolari da dove esse provengono, creando poi una direzione del genere unica e personale. Gràb in dialetto bavarese vuol dire ‘vecchio’ o ‘grigio’. Convoglia in sé molti stereotipi del black metal lento, cadenzato e a tratti d’atmosfera. Grànt è voce e autore dei testi, mentre Gnàst è chitarra, basso, tastiere e autore delle partiture che prediligono un passo misurato. I blast beat sono fucilate improvvise piazzate nei momenti fondamentali dei pezzi. Il duo anglotedesco si affida anche a diversi ospiti, per via del fatto che in “Kremess” vengono coinvolti più strumenti tradizionali, come il dulcimer, flauto, viola, oltre a contributi in arrangiamento, sintetizzatori e parti vocali. L’album ha un buon equilibrio e in tutto questo ordine emerge un insieme black metal che soddisfa l’appassionato del genere. I Gràb sono incisivi nel loro suonare, portando avanti un tema musicale sviluppandolo all’interno delle canzoni anche di diversi minutaggi, cioè brevi, medi e lunghi. Risultando infine coinvolgenti e calibrati. “Kremess” dura circa cinquantasei minuti e trasporta l’ascoltatore in questa contaminazione tra tradizioni, epoche e sonorità black metal.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10