(Nuclear Blast Records) Autentici. Veri. Fedeli alla loro missione, devoti ad un heavy metal superlativo, al loro micidiale doom, a quell’assalto di riff geniali, pungenti, accattivanti… semplicemente eterni. Un metallo intenso, glorioso, trionfale… trionfante che fin dagli albori -un quarto di secolo fa- il trio svedese ha scolpito con indole, con stoicismo, con onore, con un cuore metallico esemplare. A cinque anni dal favoloso “Wolf God” (recensione qui), rieccoli con il decimo capitolo, più ispirati che mai, più potenti di sempre grazie ad un disco che è leggermente meno doomy, meno oscuro, ma maledettamente più heavy, più travolgete, più cadenzato, più eretto su quel pinnacolo guardando avanti, verso l’orizzonte, verso la gloria, la leggenda… come conferma una mazzata quale “To Heorot”. “Skybound“ in apertura ha un tiro irresistibile, un groove granitico che porta alle furibonde rive del riff di una superba ”The Wheel of Pain”. Pesante ma incalzante la title track, un brano con pulsazioni telluriche; il main riff di ”Winter Storms” è ipnotico, ma così scorrevole e così pungente, così capace di essere tanto heavy metal quanto hard rock. Oscura ”The Black Lake”, il pezzo più doom del disco, rabbiosa e grintosa ”Hour of the Wolf”, decisamente heavy ”Grendel”. E quei mega riff per i quali la band di JB e Fox è famosa? Sono ovunque, travolgono, assaltano, annientano… con un micidiale accendo sulla letale e conclusiva “The End Belongs to You”! Un album… anzi una carriera così sincera, vera e trasparente può essere spiegata solo con le parole JB Christoffersson: “Poiché non lo abbiamo mai fatto in modo completamente professionale, come unica fonte di reddito, non siamo mai stati costretti a fare nulla in particolare e, quindi, tutto ciò che abbiamo fatto è stato per pura passione. Quindi penso che sia stato più facile per noi mantenere l’entusiasmo nel fare quel che facciamo, con il bonus che sembra che ci siano anche altre persone a cui piace questa roba! L’obiettivo finale è essere in grado di proiettare la gioia e il senso di potenza che l’heavy metal ha sempre significato per me. Questo è il vero scopo di ciò che abbiamo fatto in tutti questi anni”. Ispirato al poema epico ‘Beowulf’, “Sunraven” trasporta dentro un fantasy pieno di eroismo, in un metaforico parallelismo con il mondo odierno e le sfide che tutti noi dobbiamo affrontare. Dannati Grand Magus: un altro capolavoro, un’altra pietra miliare di heavy&doom di altissimo livello!
(Luca Zakk) Voto: 9/10