(Underground Symphony) A due anni e qualcosa da “Lion Queen”, i veneziani Great Master tornano alle luci della ribalta con un disco piratesco dedicato ai romanzi di Robert Louis Stevenson. Quello che troverete in “Skull and Bones” è il più classico, onorevole, entusiasmante classic power metal! L’inizio è ottimo con “Shine On”, un brano che sa essere epico e piratesco senza scadere, grazie a un ottimo chorus, nel triviale o nel ridicolo. Giro stentoreo e molto Running Wild dell’epoca d’oro per “Urce de Lima”, e anche “Over the Seas” ha un mood d’altri tempi, affine a quello che diffondono oggi i Blazon Stone. “A Hanged Man” è un epos cadenzato e fiero, mentre “Long John Silver” è un power/folk vibrante; se amate insomma i ritmi quadrati e le atmosfere marinaresche, siete nel posto giusto! “Towards the Sunset” è forse addirittura troppo smaccata nel replicare il riffing di Rolf Kasparek; i nostri si riscattano con le veloci sgroppate di “Skeleton Island”, chiude il tutto l’allegro inno costituito dalla titletrack, che alterna cori pieni a un organetto alla Alestorm. Se vogliamo dire che è un disco di pirate metal, possiamo certamente farlo: ma i Great Master (per fortuna!) non scadono nel ‘tavernesco’ e nel ridicolo, dando a “Skull and Bones” la dignità di una vera epopea degli oceani!
(René Urkus) Voto: 8/10