(Mausoleum Records) I russi Grenouer sono attivi da qualcosa come venti anni, ma è la prima volta che le nostre strade si incrociano. Documentandomi un po’ in giro leggo che la band è passata da un thrash/death devastante a una sorta di rock d’atmosfera: “Blood on the Face” è addirittura il loro settimo album, e in esso si mescolano numerose influenze, dall’alternative all’industrial. Ne viene fuori, devo dirlo, un disco altalenante. La titletrack è dotata di un notevole appeal: un post-rock condito di elementi elettronici e immerso in una dimensione decadente che certo non dispiace. Una melodia alla ultimi Anathema pervade l’inizio di “Midday Show”, che però poi si trasforma in un brano dal cantato rappato, con un effetto che mi ha completamente gelato il sangue nelle vene. Leggera leggera, con un potenziale radiofonico, “Golden Years”, e anche “Fix your Life” sa di metallo americano moderno e fatto per le masse. Poi il disco si sgonfia lentamente, e un brano come “See no Sun”, che vuole essere d’atmosfera, finisce per essere semplicemente noioso. Non so se “Blood on the Face” possa attirare gli amanti delle sonorità alternative, ma io sinceramente non sono rimasto convinto. Però la cover fa il suo effetto.
(Renato de Filippis) Voto: 5,5/10