(Avantgarde Music) Incredibile il nuovo album degli olandesi Grey Aura, la continuazione e il pezzo finale (‘Slotstuk’) della storia narrata nel precedente “Zwart vierkant” (‘quadrato nero’) uscito nel 2021. Continua dunque il concept sulla storia del pittore modernista Pedro, dal romanzo di Ruben Wijlacker, verso una dimensione concettuale assurda e anti-fisica, puntando ad una deviazione trans-dimensionale dell’arte stessa. Suoni estremi, riff death metal furibondi, precisi e cinici, i quali si lasciano andare a teorie progressive tanto imprevedibili quanto inusuali, con linee di basso contorte e in evidenza, fiati psichedelici ed incredibili, chitarre classiche nevrotiche. Canzoni pregne di cambi tematici repentini, veloci e furibonde prima, contorte e misteriose poi. Se non fosse per le linee vocali sicuramente efficaci ma poco identificative, sarebbe il nuovo esempio massimo di metal estremo progressivo, un possibile punto di arrivo dei Death se esistessero ancora. Un album micidiale, contorto ma fruibile, complesso ma coinvolgente, tanto stimolante per gli intenditori, quanto eccitante per un pubblico meno raffinato.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10