(Napalm Records) Giunto al sesto disco in esattamente dieci anni, il duo siberiano Grima non è più una novità, non è più una sorpresa, anzi… è diventato un qualcosa di ricercato visto che dopo anni in seno all’etichetta underground Naturmacht Productions, approdano ora alla rinomata Napalm Records. “Nightside” è maestoso, è tuonante, è decadente, è tanto atmosferico quanto devastante: il vocalist alterna uno scream disperato ad un growl cavernoso, andando in palese e sublime contrasto con i riff chirurgici, i mid tempo epici e quel generale sentore atmosferico che spesso si intensifica con strumenti etnici come il favoloso Bajan (una fisarmonica cromatica a bottoni di origine strettamente russa). Dopo un suggestivo intro, “Beyond the Dark Horizon” mette subito in chiaro quale sia il black dei Grima: mid tempo esaltanti, tastiere di contorno, linee vocali strazianti, melodie ricercate e tutt’altro che banali. “Flight of the Silver Storm” è drammatica, è malinconica, è trascinante, brano perfetto per condurre dentro il senso epico di “Skull Gatherers”. Imprevedibile e tecnica “Impending Death Premonition”, superba “The Nightside”, con la sua potenza, la sua melodia e le sue divagazioni cosmiche, sognante e sconfinata la favolosa “Where We Are Lost”. In chiusura il black incalzante di “Curse of the Void”, iun brano con un senso teatrale, cori e un riff tagliente che si colloca tra il metal, il black e il post metal, le tenebre opprimenti di “Mist and Fog” e il malinconico outro “Memories of a Forgotten Home”. Un altro disco, un altro lavoro sublime, un altro rituale oscuro nel nome di una magia celata con passione nei meandri della foresta più impenetrabile.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10