(Despotz Records) Ho già incrociato più di una volta la mia strada con quella degli svedesi Grimner (qui la recensione del loro ultimo disco) ed esamino oggi il loro terzo album… che dire, il mio giudizio resta sempre lo stesso, ‘bravi ma non bravissimi’, gli scandinavi ci sanno fare ma non sfondano, è come se gli mancasse quel ‘quid’ per emozionare davvero l’ascoltatore. In apertura abbiamo la titletrack, molto alla Vintersorg: dunque con strutture elaborate e voci sia in clean che in growling, per un pagan metal fuori dagli schemi. Dalle strutture quadrate “Avundas Hennes Ungdom”, mentre “Kvällingssång” ricorda i Finntroll in diversi passaggi (ma vanta anche un break d’atmosfera). Maggiormente aggressiva “Fafnersbane”, anche grazie alla partecipazione di Erik Grawsiö dei Månegarm (si parla ovviamente del drago della mitologia nordica), mentre in “Vårt Blod, Våra Liv” l’epicità si taglia con l’ascia bipenne. Punta molto sui cori pieni e stentorei “Ägers Salar”, si chiude con la ruggente “Freja Vakar”, forse il brano migliore del lotto. Tutto il disco è dedicato in particolare alla ‘Prima Guerra’ della mitologia nordica e alla figura della gigantessa Gullveig che la scatenò.
(René Urkus) Voto: 7/10