(Iron Bonehead Productions) Un’altra one man band norvegese (hey.. vedete di socializzare lassù!) che giunge al secondo lavoro non spostandosi di un solo centimetro dall’old school più becero e introspettivo. Un disco che esce nel ’25, con qualità e suoni che sembrerebbero futuristici forse nel 1983! Ma questa roba oggi dimostra coraggio, questa dedizione a rendere un disco come “The Redeemer’s Festering Carcass” un succulento boccone… una dose di estremismo sonoro meravigliosamente difficile da digerire, da assorbire… e pure da capire! Moderni in remota lontananza, deviati, potenti, efficaci, diretti, letali: quasi come se il black non fosse invecchiato, non avesse mai incontrato divagazioni synth, ambient o atmospheric. Questi Gryla non perdonano, non risparmiano, non concedono grazia. Titoli come “Carnal Beast” o “Spewing Fecal Abjurations” non offrono alcun barlume di speranza, anche se capitoli quali “Banners Soaked in Crimson Essence” lasciano intuire un barlume di melodia e ritmica coinvolgente. Quaranta minuti, sette brani registrati in fetide catacombe già teatro di omicidi, torture e mutilazioni varie… con i corpi delle vittime probabilmente ancora ammucchiati lì, abbandonati nella supremazia del marciume organico. I Gryla non ci girano attorno, non creano scenari, non materializzano teatralità di alcun genere…. offrono (offre, ndr) semplicemente del black metal puro, violento, inaccessibile e maledettamente pericoloso!
(Luca Zakk) Voto: 8/10