(Antiq) Debutto molto particolare per i francesi Grylle, i quali pubblicano questa release esclusivamente su doppio vinile. In verità la band emerse nel 2014 con un demo, seguito da un altro nel 2015, dando vita ad una loro particolare forma di black metal medioevale, qui portato all’estremo e spalmato su un impegnativo, ma piacevole, disco della durata di un’ora ed un quarto. La vera specialità della band non sta, tuttavia, nel genere (il black medioevale è tutt’altro che una novità), ma sulla scelta degli strumenti tutti di quell’epoca (o ad essa ispirati), senza una sola chitarra distorta, esaltando quindi proprio questa definizione stilistica. Per coerenza pure la copertina del disco ricalca l’estetica delle prime stampe in serie, accrescendo il feeling di un prodotto (volutamente) fuori tempo. L’impostazione generica si appoggia su su teorie già espresse da Wardruna (per certi versi) o Dorminn (guarda caso della stessa label, recensione qui) o altri progetti quali Draugurinn: musica medioevale, ricca di oscurità e aura rituale, cantata maniera inquietante da un growl che sta a cavallo tra lo sciamano e l’essere deforme posseduto da qualche demone, spingendo sull’iconografia e l’immagine di quelle epoche tetre e torturate da morte e dannazioni di vario tipo. Nonostante l’idea del progetto è quella di esprimere il lato oscuro dell’epoca, brani come “Quand je bois du vin clairet” offrono anche una visone luminosa, quasi festosa, delle vicende narrate… tutte attuali, moderne, ma espresse in chiave medioevale. Brani come “Le Pacte des Villes” riportano ad un incrocio tra certi capitoli di Burzum e i Siculicidium, mentre pezzi quali “Gothique Anjevin”, affondano la lama in questa rievocazione storica dal punto di vista sonoro. Non mancano delle bonus tracks (dove torna il raw black con le chitarre), ma è comunque impressionante questo lavoro puntuale e metodico concepito per creare qualcosa di così particolare e decisamente controcorrente. Capitanati da Hyvermor (Hanternoz, Véhémence, Régiment) che suona praticamente tutto (flauti, salterio, liuto…), affiancato Griesche (flauti e voce… femminile), con una fila di ospiti che si occupano di trombe, sassofoni, mandolini, viole, cromorno e voce growl maschile, i Grylle impattano, sconvolgono e pubblicano un album che, nonostante la stranezza e la consistente durata, risulta fruibile e godibile… capace anche di offrire piccole perle e nuove scoperte ascolto dopo ascolto.
(Luca Zakk) Voto: 8/10