(Coma Section) 6,55 del mattino. C’è la luna fuori e nuvole galleggiano sopra la linea della lontana collina. Di fronte alla finestra un campanile e tanti tetti rossi a spiovente. Play e parte l’album in questione. Una voce che sembra provenire da un megafono dice qualcosa e in sottofondo c’è un suono come del metallo arrugginito che stride o come onde radio mal percepite. Tra questi suoni ne emergono altri, come i confusi fraseggi di strumenti a fiato (sax o tromba o altro), battiti prodotti da un synth o forse un timpano. Suoni, indistinti e con quella voce che continua a blaterare. Si va avanti per oltre 6’ poi il livello dei suoni sembra aumentare e si odono i primi lamenti, voci, urla. Sporadiche, intermittenti, ma tutto resta nell’ombra. Poi arriva una percussione marziale e dopo esplodono urla di panico generale e vanno avanti per tanti minuti. Il battito del synth, o del timpano che possa essere, continua. Poi le voci pian piano vanno a decadere e si ode sempre la percussione-batteria, i latrati dei fiati e le sgomitate degli archi. Le voci continuano, ma in tono veramente minore e pian piano questa cacofonia di suoni lascia il posto al ritorno di quella voce al megafono-altoparlante e poi tutto si spegne, in un sospiro umano. Al minuto 45 e 9 secondi. Tutto questo si chiama “Vorkuta”, è stato il primo album dei Gulaggh, un tempo chiamati Stalaggh, nel 2008 ed oggi riproposto in vinile (in tre versioni, due in cofanetto e con gadget aggiuntivi). Stalag era il nome dei campi di prigionia nazisti, Gulag di quello dei campi di lavoro sovietici. La G e la H addizionali nei due nomi stanno per Global Holocaust. Molto probabilmente “Vorkuta” è una descrizione artistica dell’olocausto e delle sue vittime. Per le parti vocali i Gulaggh hanno utilizzato “diversi malati mentali e più di 30 bambini da un ospedale mentale per giovani”. Continuando a fissare il panorama di fronte e la luce del giorno che aumentava, sono arrivato alla conclusione che qualsiasi cosa sia questo album è un lavoro deludente.
(Alberto Vitale) Voto: 4/10