(Go Down Records) Quarto album per Gunash, terzetto tricolore in circolazione da circa una ventina d’anni. La scarsa prolificità della band è ampiamente compensata dalla crescita esponenziale a livello compositivo e di personalità. L’omonimo debutto era infatti pesantemente influenzato dalla scena di Seattle, con richiami frequenti a Nirvana, Foo Fighters e Stone Temple Pilots, influenze presenti anche oggi mescolate con altre sonorità, rendendo difficile inquadrare la musica in un genere ben preciso; merito va anche alle collaborazioni con personaggi estranei alla scena grunge come Derek Sherinian -ex tastierista dei Dream Theater e musicista eclettico come pochi- il quale con il suo tocco apporta una vena psichedelica e sognante estremamente coinvolgente. Un altro ospite di lusso è Nick Oliveri (Kyuss, Queens Of The Stone Age), con la sua voce roca ed inconfondibile, ma sarebbe riduttivo dare il merito solo alle collaborazioni, in quanto il terzetto ha le idee chiare e una grande apertura mentale. Canzoni senza barriere di genere, musica nel senso più assoluto della parola, per un album che si candida tra i capolavori dell’anno.
(Matteo Piotto) Voto: 10/10