(Coroner Rec.) Impressionante potenza del suono dei tre giapponesi Gyze, al secondo album e di nuovo per l’italiana Coroner. Potenza assoluta, impatto fragoroso e immenso. “Black Bride” presenta musica che corre inesorabile, intarsiata da tocchi di un epic/power metal che si infondono in questo melodic death metal del presente, cioè dalla portata stilistica più ampia. Tellurica manifestazione di forza, all’interno della quale le melodie non vengono mai penalizzate. La velocità, forse troppo abusata, e la potenza sono la tana di assoli e di qualche riff portante che ricordano Malmsteen, almeno nella classicità di alcune sequenze. Ryoji, chitarra voce e tastiere, Shuji, batteria, e Aruta, basso e voce e nella band da due anni, innalzano un’opera sonora epica e maestosa. La solennità di “Black Bride” è traspare in ogni passaggio e viene celebrata sempre attraverso la velocità, spinta al massimo in “Satanic Loop” e altrove. “Black Bride” è un lavoro che toglie il respiro, ma riesce oltremodo ad ammiccare all’ascoltatore proprio grazie a quel lato power metal che deborda prepotente. Missaggio e masterizzazione di Ettore Rigotti contribuiscono a vestire la maestosità di queste melodie che per un’ora seppelliscono ogni cosa.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10