(Inside Out Music) È maestoso il nuovo album degli inglesi Haken! Una band che ormai non ha più limiti di alcun tipo, in grado di vagare attraverso qualsiasi genere musicale con totale disinvoltura e penetrante genialità. Ma anche a livello di testi, le cose sono ormai monumentali: con “Fauna” ci si inoltra più avanti di qualsivoglia idea di narrazione, molto oltre il normale concept visto che partendo da Philip K Dick, ogni brano parla di una specie animale, trasponendone poi il significato dentro vicende umane, sia pubbliche che private: gli esempi sono brillanti, come “Taurus” che parla della migrazione degli gnu… cosa che anche gli uomini fanno… specie se spinti da (recenti) eventi bellici, oppure “Eyes Of Ebony” che parla della morte dell’ultimo rinoceronte bianco settentrionale, interpretandone il fatto con la mistica di qualcosa che non torna più, proprio come il deceduto padre del chitarrista Richard Henshall. Testi profondi, testi contorti, testi geniali supportati da musiche senza confini, giungendo ad un punto di incontro tra ciò che erano “The Mountain” e “Affinity”, quello che sono poi diventi “Vector” e “Virus” (recensioni qui e qui), e qualcosa di completamente nuovo, di fresco… grazie anche al ritorno del tastierista originale Pete Jones (membro fondatore e musicista di alto livello presente solo nei primi demo della band, e con collaborazioni in occasione di “Vector” e “Virus”). La componente metal, ora, è solo una onda in un mare in tempesta, in quanto la band rappresenta ormai uno stile indipendente ed individuale nel quale confluiscono una miriade di ispirazioni, di influenze, di tendenze. “Taurus” è travolgente e sognante, pazzesca “Nightingale”… brano con una performance particolarmente grandiosa del vocalist Ross Jennings. Pura magia con “The Alphabet of Me”, canzone che sa miscelare momenti intimi ad un heavy metal prorompente. Musicalmente impattante “Beneath The White Rainbow”, contorta, imprevedibile e pure ipnotica “Island In The Clouds”. “Lovebite” confronta le relazioni umane fallite con con quelle specie di ragni nelle quali la femmina uccide e mangia il maschio dopo l’accoppiamento. Prog all’ennesima potenza con la teatrale “Elephants Never Forget”, malinconia nascosta in una luminosità forte e pungente con il groove pulsante della conclusiva “Eyes Of Ebony”. Dietro la pazzesca copertina creata da Dan Goldsworthy (Charlie Griffiths, Sylosis), “Fauna” è un album che vive, che respira, che pensa… un album che -ascolto dopo ascolto- continua ad evolvere, a cambiare, a ridipingersi con i colori intensi della copertina, seguendo l’evoluzione di madre natura, reinventandosi e rinascendo ogni volta.
(Luca Zakk) Voto: 9,5/10