(Club Inferno Entertainment) Un quartetto romano costituito da voce, chitarra, basso e batteria, e si presenta, dopo un precedente EP, con un album di otto canzoni a metà tra l’hevy metal e l’hard rock, la cui estrazione è di matrice classica. Per esempio non è difficile rintracciare certe assonanze con Judas Priest, in questo hard & heavy d’assalto targato Half Life. La title track come opener introduce l’album in maniera ottimale, la canzone iincalza con il suo riff agguerrito e una linea vocale accattivante e solida. Scorrono poi “Dance Of Madness” e il suo riff portante di puro heavy metal, poi “Virus” e ed ecco la ballad “The Last Time” che spezza l’onda d’urto profusa dagli Half Life fino a quel momento. “The Enemy Inside” apre a una soluzione più estrema, poderosa, con un heavy metal puro e un andare a testa bassa che non porta però momenti invitanti, tranne per l’assolo che inietta melodia e dinamismo manchevoli però nell’insieme della canzone. “I Am God” ha qualcosa dei Manowar, “Rearrange” presenta un ritornello musicalmente incline agli Iron Maiden ma con un Rob Halford alla voce! Alessandro Minervini è protagonista con il suo timbro acuto quanto roco e possente, certamente l’espressione migliore per gli altri tre musicisti che si avvalgono di un frontman capace di ‘affrontare’ la musica sprigionata con la giusta attitudine. Restando sui singoli, Guerrino Mattioni alla chitarra ha tirato fuori qualche buon riff, qualcosa però dimostra ancora un ché di acerbo, però il chitarrista appare compiuto con gli assoli e fraseggi. Lodevole la sezione ritmica del batterista Manolo Cognoni e del bassista Gianluca Carai. Quest’ultimo però non sembra premiato dalla produzione. L’album è chiuso da “We’’ll Walk In Silence”, canzone con accenni delle influenze della band attraverso un heavy classico e con vaghi tratti power. La canzone Sfodera un gran ritornello ma l’uso della doppia voce e alcune strofe spinte al massimo non convincono sull’esito finale. “Like A Jungle” comunica quanto la musica degli Half Life possa essere ulteriormente limata o riempita, come nel ritornello e qualche strofa di “Virus”, in cui sembra qualcosa manchi a sostegno della vocalità. Musica da perfezionare, però c’è intraprendenza da parte degli Half Life e l’intenzione di scrivere delle canzoni dal taglio certamente classico che in fin dei conti si ascoltano piuttosto piacevolmente.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10