(Listenable Records) “Prey” è il primo album della band olandese che vede al suo interno diversi elementi di spicco. Alla voce c’è Marloes Voskuil, voce ed ex bassista degli Izegrim, i chitarristi sono Ramon Ploeg, di Bleeding Gods ed ex Debauchery, e Jeroen Wechgelaer, anche lui in passato negli Izegrim, mentre al basso c’è Jessica Otten, anch’essa dei Bleeding Gods e chitarrista nei Dictated, e alla batteria il supremo Frank Schilperoort, di God Dethroned , ex Shining e altri, infine David Gutierrez Rojas alle tastiere e cori sempre di Bleeding Gods e altri. Gli Haliphron si presentano con uno stile che collega idealmente qualcosa dei Cradle Of Filth, le melodie evocative dei Nile e i sinfonismi di Septicflesh. Il risultato è death-black metal melodico con innesti gothic e symphonic. Spicca da subito nell’album come elemento superlativo le melodie, sempre cangianti, dinamiche e create sia dall’impianto delle chitarre quanto dai tratti sinfonici onnipresenti. Molto valida la sezione ritmica: Frank Schilperoort è formidabile nel plasmare i pattern a seconda delle andature dei pezzi, mentre il basso di Jessica Otten allunga la densità del sound generale tra le chitarre e le tastiere. I brani sono spesso un crescendo e a volte si smarcano dall’elemento black metal e arrivano a un thrash-death blackened con ampie atmosfere gothic e dunque oscure quanto drammatiche.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10