(Cruz del Sur) Ma guarda un po’ cosa è andata a pescare la nostra Cruz del Sur a Saint-Tropez! I francesi Hammer King si propongono ironicamente come la ‘band più true metal del mondo’ (vi ricorda qualcosa?), e non vanno poi tanto lontani dal risultato! Gli eterni stilemi, cliché e ingredienti dell’heavy metal classico vengono fusi in questo debut con stile e buone capacità, per un risultato finale che è accattivante proprio nella sua schiettezza (che non sembra affatto, come accade per altre formazioni ‘vintage’, essere studiata a tavolino…). Epica e stentorea “Kingdom of the Hammer King”, che rimanda ai Manilla Road meno thrash e forse anche agli Heavy Load, mentre fra le band di nuova generazione penso ai Lonewolf. Ancora più serrata e convincente “I am the King”; “Chancellor of Glory” è un mid-tempo di quelli che si definiscono pachidermici, con una sezione ritmica rigorosa e potente (naturalmente nel segno degli Hammerfall). Cavalcata stile NWOBHM è “I am the Hammer King”; più melodia in “Visions of a healed World”, di nuovo nel segno della band di Joacim Cans. Incisiva e guerriera “We are the Hammer”, inno da cantare col pugno alzato; questo bel disco si conclude nel segno dei Manowar con la stentorea “Glory to the Hammer King”, che ha il proprio punto di forza nei cori barbarici. Consiglio questo prodotto a tutti gli amanti dei suoni classici e ai nostalgici delle big bands ora in crisi profonda e ridicola (sì, sapete tutti a chi mi riferisco).
(René Urkus) Voto: 7,5/10