(Nuclear Blast Records) C’è solo un modo per definire gli HammerFall: gloriosi. Gloriosi inteso come eroici, meritevoli dell’immortalità, consegnati all’eternità. Sono tornati dopo circa tre anni di silenzio discografico, dopo una pausa annunciata (il riposo -meritato- del guerriero?), più leggendari che mai! Non hanno perso assolutamente l’indole, e Joacim Cans continua a vantare un’ugola poderosa, la quale in questo disco -secondo me- risulta rinnovata, rinvigorita, potenziata. Line up invariata, stabile, per i cinque guerrieri svedesi, i quali propongono esattamente ciò che hanno proposto negli otto album precedenti, dal 1997 in poi. Ovviamente questa frase può suonare negativa, può dare l’impressione che non c’è nulla di nuovo… ma sarebbe un giudizio errato! Gli HammerFall DEVONO continuare a fare gli HammerFall! La loro immagine si è costruita attorno fede, gloria, leggenda, vendetta, fratellanza tra valorosi guerrieri, sacrificio nel nome della gloria, divinità nordiche… e -diciamocelo- a nessuno interesserebbe una variazione di stile o di tematiche da parte di questa band. Credo nessuno li perdonerebbe… sarebbe un tradimento! Quindi in questo disco ci sono proprio le cose che tutti noi vogliamo: si inneggia al mai arrendersi, all’alzare il pugno e gridare forte, alla costante ricerca della gloria, dell’oro, dell’eternità. Undici immense tracce di metallo glorioso, cantato da Joacim con energia inneggiante, mentre Oscar costruisce riff energetici, coinvolgenti, trasudanti energia, carichi della forza del tuono e -scusate se mi ripeto- gloriosi! C’è un qualcosa dietro questa band…. qualcosa di unico, di magico: è impossibile suonare la stessa musica da più di quindici anni, su tutti questi album (stiamo parlando di circa cento canzoni!) e risultare sempre freschi ed efficaci. E’ forse la nostra infinita sete di avventura, di sogni basati sul cavalcare verso il sole che tramonta – spada nella mano, compagni al proprio fianco- per la prossima conquista, per essere certi di scrivere la prossima pagina nel libro delle leggende? Forse è proprio questo e gli HammerFall sono una una fonte inesauribile che disseta questa nostra sete di eroismo… sono una entità che non ha mai deluso, mai abbandonato, che non si è mai arresa. “(r)Evolution” è cinquanta minuti di stimolo per la fantasia, di alimentazione energetica, di voglia di esplodere, evadere. Sono cinquanta minuti di ribellione, sono cinquanta minuti di maledettissimo purissimo heavy metal! Si inizia con “Hector’s Hymn”, pezzo che immediatamente riporta nel mondo degli HammerFall con ritmiche, assoli, cori, versi leggendari (tra tutti: “A legend unbent, unbowed, unbroken“ oppure “With glory he came, he saw he conquered“). Ma è solo il riscaldamento, un fragore di spade prima della battaglia! Arriva la title track, immediatamente inneggiante (un gran Joacin!): un crescendo irresistibile porta ad un riff semplice ma tagliente, ancora crescendo verso l’immancabile coro del ritornello. “Bushido” (il singolo, il titolo vuol dire -in giapponese- qualcosa come il percorso del guerriero) non lascia scampo: è un pezzo degli HammerFall in senso assoluto! Drumming che fa venir voglia di marciare verso la conquista, melodie di chitarra sublimi, potenza assoluta, leggenda immortale (“I’m a warrior / In the rising sun I stand…”). Potenza non sufficiente? Volume non esageratamente alto? Ok, allora è il turno di “Live Life Loud”, un pezzo travolgente, con un crescendo letale, ed un main riff capace di danneggiare irreversibilmente le vertebre. “Ex Inferis” è più introspettiva, più ricercata, più oscura: fa trasudare maledizione, mentre il main riff risveglia i morti, fa collassare i cieli, fa sobbalzare gli abissi… uno dei pezzi migliori dell’album! “We Won’t Back Down” ha un riff veloce, pulsante: ancora una volta celebrazione della fierezza, l’amicizia, la gloria, l’unità fino alla fine. “Winter Is Coming” è il tipico lento degli HammerFall: struggente, pieno di passione, una di quelle loro canzoni dove viene celebrata la freddezza, la forza d’animo davanti alle avversità, mettendo a dura prova lo spirito del guerriero. Joacim canta in maniera sublime questa heavy-ballad, suonata alla perfezione; l’unico limite, forse, è che nemmeno gli HammerFall stessi sono riusciti a superare l’immensità di altre loro heavy-ballad, quali “Remember Yesterday”, “The Fallen One” oppure “Glory To The Brave”. “Origins” è poderosa, travolgente, una mandria di guerrieri con voglia di predominio. “Tainted Metal” è lineare ma il suo inneggiare all’affrontare il fuoco, l’acciaio è esemplare. Pesante e cadenzata “Evil Incarnate”, veloce ed esplosiva la conclusiva “Wildfire”. Prodotto da Fredrik Nordström (che curò i loro primi due eterni album), con backing vocals di Mats Levén (Malmsteen, Therion, Candlemass), e vocals aggiuntive di James Michael (Sixx A.M.) il nuovo lavoro dei guerrieri di Göteborg è micidiale. E’ esattamente la musica degli HammerFall. Non ci sono dubbi o incertezze: il sound che esce da “(r)Evolution” è ciò che li ha resi grandi, è ciò per il quale li amiamo. E’ l’inno alla gloria, l’esaltazione della forza. È il sangue bollente che scorre nelle vene. È il ritmo del battito del cuore. È il puro heavy metal.
(Luca Zakk) Voto: 8/10
(Nuclear Blast) Dopo il clamoroso scivolone di “Infected”, che aveva addirittura portato allo scioglimento della band (poi trasformato in un ‘anno di pausa’… ma ognuno questa vicenda la racconta in modo diverso!), gli Hammerfall erano attesi al varco da vecchi e nuovi fans. Per riguadagnare la piazza serviva un disco massiccio e classico: “(r)Evolution” soddisfa entrambe le caratteristiche e rappresenta per gli svedesi un ritorno all’antico, lontano dagli imbarazzi heavy/thrash molto cupi di “Infected” (capirete che ho odiato quel disco fino alla morte), e di nuovo fedele alla formula collaudata di un heavy/power granitico e con grandi aperture epiche. L’evoluzione/rivoluzione sta dunque in un passo indietro? Mi sembra proprio di sì… e per quel che mi riguarda, in questo caso va benissimo! “Hector’s Hymn”, la opener, è concepita in tutto e per tutto per celebrare questo ritorno a casa: cori, solos, riff, testo che riecheggia i titoli dei vecchi album… e devo dire che il brano convince totalmente! La titeltrack dopo un inizio epico si attesta sui toni, un po’ grezzi ma sempre pieni e potenti, di “No Sacrifice no Victory”. Epico fino al midollo il primo singolo “Bushido”, con il suo ritornello anthemico (“I’m the Warrior, I am / In the rising Sun I stand”) che si impara subito; “Live life loud” è il classico inno da pugno al cielo, solido e incisivo. “Ex Inferis” e “Winter is coming” (non legata, per quello che mi sembra, a “Game of Thrones”) sono due mid-tempo ravvicinati che donano compattezza (forse pure troppa!) all’intero disco; “Origins” è dotata del chorus più spettacolare di tutto l’album, che si chiude con la potenza ancora una volta istintiva e immediata di “Wildfire”. Dagli Hammerfall serviva un segnale potente, che è sicuramente arrivato: i defenders che li hanno amati in passato possono certamente riconciliarsi con loro.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10