(Massacre) Sette album dal 1993 ad oggi sono un buon traguardo per gli Hate Squad. Nel 1995 la band a un anno dal suo primo full length, salì sul palco del Dyanamo Open Air di Eindhoven. Un inizio di carriera non trascurabile, nemmeno tre anni di esperienza e già su uno dei palchi più importanti d’Europa. Nonostante ciò dal 1997 dopo due album e altrettanti EP, la band tedesca nata nel circuito punk di Hannover cesserà la propria attività fino al 2003. L’anno seguente gli Hate Squad ripartono almeno fino a “Katharsis”, nel 2011. Dopo di allora tolti dei concerti, la band resta sotto traccia. Sono passati dunque sette anni e gli Hate Squad si rifanno sotto con un album dal titolo eloquente. Se qualcuno pensasse che il motore dei tedeschi si fosse inceppato, è bene chiarire che loro restano da sempre ben ancorati a un retroterra hardcore condizionato dal thrash e il death metal nella sua forma più melodic e razionale. “Until I Die” è una canzone perfetta per descrivere questa occasionale deriva verso il melodic death di carattere scandinavo. Gli Hate Squad si collocano tra questi tre generi, plasmando i pezzi all’occorrenza, puntando su una direzione possibile e spostandosi verso altre a seconda dei casi. Dopo venticinque anni la band non si inventa nulla, al contempo piazza delle composizioni in un flusso thrash-death-hardcore che per forza di cosa potrebbe interessare a più persone proprio per l’ampio raggio di stile.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10