(Nuclear Blast Records) Considero gli Hatebreed come un monumento alla coerenza musicale. La band Statunitense capitanata dal carismatico singer Jamey Jasta prosegue lungo la sottile linea che divide thrash metal e hardcore, mettendo d’accordo i fans di entrambe le fazioni. Sarebbe assurdo aspettarsi grosse innovazioni o sterzate stilistiche dalla formazione proveniente dal Connecticut, che vanta un nutrito seguito di fedelissimi grazie proprio alla coerenza dimostrata nel corso degli anni. “The Concrete Confessional” non tradisce le aspettative, consegnandoci una band più incazzata ed in forma che mai, forte anche di un’ispirazione ritrovata, che avvicina quest’ultima release al capolavoro “The Rise Of Brutality”. Tredici brani per poco più di mezz’ora; tredici mazzate in faccia, massicce, senza fronzoli ed intransigenti. L’opener “A.D.” è veloce, violentissima, di stampo slayeriano. Non potevano aprire l’album in maniera migliore, annichilendo l’ascoltatore sin da subito. “Looking Down The Barrel Of Today“ alterna riffs thrash ai tipici breakdown pesantissimi, a gang choruses di matrice hardcore. “Us Against Us” è “un altro” pezzo sparato a mille, violentissimo e furioso. “Something’s Off” è aperta da un basso cupo e sinistro, ed è dotata di melodie oscure e più metal oriented. Un album in puro stile Hatebreed. I fans del gruppo non verranno delusi, così come i detrattori non cambieranno idea ascoltando questo lavoro.
(Matteo Piotto) Voto: 8/10