(Noise Appeal Records) Trio svizzero impegnato in un rock alternativo, rumoroso, un po’ selvaggio, graffiante, poco rispettoso anche se ricercato, un’idea che ricorda per certi versi i danesi D.A.D. per una band non è certamente alle prime armi, visto che siamo già al quinto album, il primo con la Noise Appeal, con la quale sono freschi di di firma. Tutta la grinta, tutta questa cattiveria sonora è un fuoco alimentato dalla benzina delle tematiche trattate, tutte estremamente attuali e rivelatrici dell’oscurità della vita, della nostra esistenza: battaglie silenziose e mentali, body shaming, disturbi come depressione ed ansia, mali d’amore, sfide mondiali, come clima e guerre… sfide personali come il lato doloroso di quella follia chiamata amore. Dieci brani diretti, brevi, essenziali ma fragorosamente tuonanti. Rock schietto come dovrebbe essere il rock, una voce graffiante e ribelle, delle chitarre che aggrediscono ed una divisione ritmica che si fa sentire eccome. Gli Hathors non ci girano attorno, non cercano complicazioni visto che già viviamo tutti in un mondo super complicato: loro pestano duro, esagerano il loro rock senza diventare eccessivamente punk, scolpiscono e curano la loro energia senza deviare sul pop; una band che fa detonare un rock fatto per essere suonato dal vivo, per essere cantato assieme, per essere urlato a squarciagola e farsi sentire forte e chiaro!
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10