(Shadow Kingdom Records) Ma come, un altro disco degli Haunt? Sono passati pochi mesi da “If Icarus could fly”, che era pure già a ridosso delle precedenti produzioni… e intanto i nostri hanno fatto uscire anche due split! Non so quanto i ragazzi di Fresno, California possano tenere questo ritmo, ma è quasi regola che la quantità sia a discapito della qualità… Vediamo in ogni caso cosa offre “Mind Freeze”. È solida “Light the Beacon”, capace di mostrare un buon lavoro chitarristico; ai confini dello speed “Hearts on Fire”, mentre qualche tastiera spaziale di sottofondo rende “Divide and conquer” più dinamica. Di nuovo velocità con “Fight or flight”, mentre “Have no Fear” la eleggerei a vetta del disco, in quanto contiene qualcosa, soprattutto nei suoni di synth, che rimanda addirittura a “Turbo” dei Priest. Con l’hard’n’heavy sognante di “Voyager” siamo a fine scaletta: nove brani, 37 minuti, una spanna sopra il disco precedente, ma non credo che intasare il mercato sia la soluzione.
(René Urkus) Voto: 7/10