(Lion Music) Ricordavo il nome degli Headless, band abruzzese che fece parlare di sé, nel lontanissimo ’98, per l’esordio “Inside you”. Sì, quel cd deve essere ancora da qualche parte nella mia vecchia casa! In ogni caso, dopo uno iato di ben 13 anni i nostri si riaffacciano sul mercato con questo nuovissimo “Growing apart”, che vede la partecipazione di due mostri sacri dell’heavy metal rock: Göran Edman, che ha cantato per Malmsteen a inizio anni ’90, e Scott Rockenfield (non credo ci sia bisogno di dire che è il batterista dei Queensryche). Com’è allora il risultato, date queste magniloquenti premesse? Vediamo i pezzi fondamentali del disco. Toni da hard rock genuino, vagamente imbevuto di progressive, nell’opener “God of Sorrow and Grief”: purtroppo, però, non mi sembra che la batteria sia registrata al meglio. Tanto groove in “Nero Fantasies”, più cattivella “Be myself”, con i suoi suoni più taglienti… ma entrambi i pezzi, per quanto godibili, si rivelano abbastanza standard. Finalmente il drumming di Rockenfield emerge in modo abbastanza netto in “Sink Deep in a Fairytale”, mentre “No Happy Ending” offre ottimi sprazzi di tecnica chitarristica di taglio shred, che rimandano in modo abbastanza diretto a certe cose dei Queensryche. Una cover di “As Tears go by” dei Rolling Stones chiude un disco che, a mio parere, avrebbe potuto sicuramente offrire di più, data la caratura dei nomi coinvolti: non siamo certo di fronte a un fallimento, sia chiaro, ma forse a una occasione sprecata sì, dato che il songwriting non è mai veramente incisivo e, come già rilevato, la produzione presenta qualche pecca. Agli Headless gli auguri di MetalHead per un terzo album stellare!
(Renato de Filippis) Voto: 6,5/10