(Dying Victims Productions) La copertina punkeggiante non inganni i defenders: gli Heavy Sentence sono molto più metal di quanto non vogliano dare a vedere! La band inglese mette insieme i primissimi Maiden, ovviamente i Motörhead e una attitudine anni ’80 per generare un disco che carica a testa bassa… “Medusa” mette subito le cose in chiaro: il metallo sporco e sferragliante degli inglesi guarda all’heavy’n’roll più sguaiato e vuole generare quel sound tanto debitore di Lemmy e soci, anche grazie alla voce alcolica e roca di G. Howells… Qualche momento più lento, e addirittura un riff epicheggiante, per “Age Of Fire”, ma si torna subito al metal più zanzaroso e caciarone possibile con “Edge Of A Knife”. Si va sui toni blackened con “Possession”, mentre “On The Run” finisce per ricordare “Motorcycle Man” dei Saxon; muscolare la titletrack, ‘bricconcella’ la simpatica “Wicked Lady”, per un insieme che funziona nella sua istintività. Quante birre riuscirete a bere nei 36’ di “Bang To The Rights”? Fate la prova…
(René Urkus) Voto: 7,5/10