(Autoproduzione) Questo gruppo polacco ha le idee chiare un po’ su tutti gli aspetti della loro musica. Prima i tutto il suono. Chiaramente ispirati dai Dimmu Borgir meno caciaroni, i nostri ne riprendono gli stilemi e li rielaborano in chiave personale. Attraverso neanche una decina di tracce, gli Hegeroth confezionano un album solido, dove il black a tinte death viaggia a velocità sostenute, con strutture canzoni che irrompono nelle orecchie dell’ascoltatore in modo prepotente, senza intro di alcuna sorta. Poi, il tutto è confezionato in modo assolutamente sublime, con un mixaggio che riesce a dare risalto ad ogni singolo suono. La copertina è davvero ben fatta, funzionale ai suoni e al genere proposto… ma il tutto assume ancora più valore se si considera che il lavoro è autoprodotto. Si, esatto, questi ragazzi hanno rischiato del proprio in ogni senso per far uscire il loro terzo lavoro, ma penso che ogni ascoltatore che verrà a contatto con l’opera si sentirà ripagato dei soldi spesi, bastasse solo il talento, la determinazione e la professionalità mostrata dal gruppo.
(Enrico Medoacus) Voto: 9/10