(Autoproduzione) EP di debutto per i Bergamaschi Helion, band fondata dal chitarrista e cantante Massimiliano Cirelli nel 2009. Dopo la solita trafila di cambi di line up, la formazione Lombarda giunge finalmente alla pubblicazione di questo “Duath’s Calling”, EP contenente quattro brani di death metal brutale, molto tecnico e pregno di sonorità Mediorientali. Palesemente influenzato da bands come Nile e Melechesh, questo lavoro riesce comunque ad essere personale, grazie all’ottimo gusto compositivo del combo Bergamasco e alla cura maniacale in fase di arrangiamento, il tutto valorizzato da una produzione stupefacente, se consideriamo che stiamo parlando di un debutto autoprodotto. Un’intro epica e solenne precede “Pyramids Cult”, sin dal titolo, sicuramente il brano stilisticamente più vicino ai Nile. Il lavoro di chitarre è magistrale, in cui si intrecciano grandi assoli, sweeps e riffs schiaccia sassi, mentre il drumming di Davide Moioli lascia a bocca aperta, per potenza, precisione e velocità. “The Way Of Stars” è caratterizzata da atmosfere più eteree, grazie a linee di chitarra particolari, mentre si fa sentire il lavoro di basso, che certamente non si limita alla fase ritmica, esibendosi in virtuosismi contorti. La lunghissima title track è colossale, una gemma estrema di valore assoluto: la partenza è ferocissima e martellante, con continue accelerazioni ben bilanciate da rallentamenti e ripartenze. Ad un certo punto partono delle armonizzazioni che richiamano alla mente gli Iron Maiden, con il basso che spadroneggia. L’atmosfera cambia nuovamente in maniera radicale, con parti orchestrali che fanno da base ad una triste melodia di pianoforte, giocata su scale orientaleggianti, fino alla graduale entrata delle chitarre, che si esibiscono in virtuosismi dal sapore rock progressivo ed arpeggi acustici, che conducono alla parte finale del brano, dalle tinte nuovamente heavy, con riffs aggressivi ma melodici, non lontani dagli In Flames di “The Jester Race”. Un brano che mi ha lasciato a bocca aperta, e che da solo vale l’acquisto di questo stupefacente EP. Un lavoro suonato con maestria, tecnica e una professionalità tali che sembra quasi incredibile che si tratti di un debutto, per giunta autoprodotto.
(Matteo Piotto) Voto: 9,5/10