(Satanath Records) Gli Helleborus arrivano al debutto discografico dopo una serie di singoli pubblicati l’anno scorso. Gli americani sono nati da una costola dei connazionali Execration, essendo il duo una coppia di ex membri del combo citato. La copertina rende in minima parte la tipologia di Metal suonato, vale a dire una sorta di Black sensuale a tinte romantiche, molto simile ad alcuni lavori dei Cradle Of Filth. Certo la voce non è particolare come quella di Mr Dani Filth, ma il lavoro si distingue chiaramente dal classico stereotipo del Black Metal per un’atmosfera peculiare, vagamente Heavy ed epica ma molto soft nelle sfumature. Niente di pacchiano o commerciale in verità, solo un certo bouquet metallico elegante e ben eseguito, per un album molto piacevole all’ascolto. Stupisce la differenza abissale con il gruppo di origine, dedito a ben altro tipo di musica estrema, ma questo album rappresenta una ventata di aria fresca per un panorama estremo, quello americano, che difficilmente ha affrontato tematiche e sonorità simili in passato.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8,5/10