(Sliptrick Records) Thrash folk metal: ottima (auto)definizione per la musica degli scatenati friuliani HellMetAll, fedelmente e fieramente ancorati alle tradizioni della Val Resia, tanto che molti brani del loro debut sono cantati proprio… in resiano! E se non sapete di che lingua si tratti, potete documentarvi su Wikipedia e scoprire che è un idioma addirittura tutelato dall’UNESCO… “Śa našo sëmjo” non è solo birra e allegria, anzi, perché la componente estrema dona spesso al sound un’aura rabbiosa e potente. Si comincia con la traccia autotitolata: lo screaming gracchiante di Marjan Pascolo e le chitarre molto aspre si contrappongono ottimamente alla grazia allegra del violino… ma quando quest’ultimo sparisce siamo praticamente dalle parti degli Slayer! Le ritmiche della titletrack sono di quanto più thrash si possa immaginare, e in questo caso il violino resta un po’ in secondo piano (almeno fino alla bella coda strumentale), mentre Marjan alterna con successo screaming e growling; “Žilisni Diž” è uno dei brani più ‘classici’, nel senso che si avvicina molto al pagan metal sullo stile dei Manegarm. “Ćemö Se Byt” ha toni leggermente più lenti ma molto più fieri, quasi epici, mentre la triste “Porzûs” è naturalmente dedicata al controverso e mai chiarito eccidio di partigiani avvenuto proprio in Friuli nel Febbraio del 1945. Finalmente allegra e popolaresca “Bondar”; con la marziale “Śa Në Sabit” (che si chiude con l’annuncio della vittoria italiana alla fine della Prima Guerra Mondiale) e la bonustrack in tedesco “Mein Atem ist Krieg” (‘Il mio Respiro è Guerra’), che si spinge quasi al black puro, si chiude un disco compatto e intrigante, che può interessare trasversalmente molti metallari. Una band originale, che merita il massimo della vostra attenzione!
(René Urkus) Voto: 8/10