(Punishment 18 Records) I danesi Hell’s Domain sfornano un debut album di thrash metal dalle andature spigliate, veloci e e dalle atmosfere fresche, pur rimarcando la tradizione del genere. Un thrash metal che segue un legame di sangue, ma rivitalizzato, con la Bay Are. I musicisti hanno tutti una buona esperienza nell’underground e non di madre patria, infatti presenzia le pelli addirittura Anders Gyldenøhr, batterista per i mitici Artillery e per HateSphere. Una vera macchina da guerra. Un tocco sapiente. Una delle due chitarre è Andreas Schubert (ex Ad Noctum). L’album è stato curato da Tue Madsen e la sua produzione è pulita e lascia ogni cosa al suo giusto posto e con il suo spazio. Quello che non funziona al meglio in questo lavoro è la scelta delle velocità, sempre sostenute ed elevate e quindi c’è bisogno di diversi ascolti per assimilare tutto l’album e capire che non si è di fronte allo stesso tipo di composizione ripetuta all’infinito. Musicisti comunque d’assalto, capaci ed anche la voce, di Alex Clausen, offre una buona prestazione. Simpatica la copertina, ma a voi non ricorda il pelato su quelle dei Destruction?
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10