(Seven Eleven Music) Bravo Vinnie, ne hai fatto un altro tu e gli altri Hellyeah. Ora la smettete? Perché perseguire ancora questo progetto che fa il verso ai Pantera? Perché continuare a ricoprire la batteria di quelle patina glaciale che si estende anche alle stesse distorsioni delle chitarre? Perché? Perché nella sostanza “Band of Brothers” non suona meglio dei precedenti lavori, lo spettro dei Pantera, del southern metal e del tanto groove metal a conti fatti non comporta alcuna novità, quindi la definirei una uscita da calderone e niente altro. A Vinnie Paul si aggiungono l’ex-Damageplan Bob Zilla, l’ex-Nothingface Tom Maxwell e naturalmente Chad Gray e Greg Tribbett dei Mudvayne, i quali danno i loro micro-contributi visto che il sound oltre a rimanere incollato definitivamente ai Pantera e a tanto southern-groove metal, si rifà anche parzialmente anche ai Damageplan e Nothingface. Il risultato è materiale che riprende schemi arcinoti. Le canzoni non emergono, il mare è piatto! A cosa serve qualche passaggio interessante? A cosa serve la semi-country ballad “Between You and Nowhere”, a fare i cow boy? E’ quel genere di canzone che non manca mai in produzioni di uesto tipo. “Band of Brothers” è monotematico, involuto, si specchia in se stesso, rivelando però i tratti somatici della massa.
(Alberto Vitale) Voto: 5,5/10