(Pure Prog/Audioglobe) Gli Helreidh si affacciarono sulla scena progressive a metà degli anni ’90, pubblicando un album e un ep per poi ricadere improvvisamente nell’oblio; il ritorno, in grande stile, avviene con questo “Fragmenta”, platter che non ha nulla da invidiare alle tanto lodate produzioni straniere di genere. “In hoc Signo vinces”, dedicata al sogno dell’imperatore Costantino che ha cambiato la storia religiosa d’Europa, ha un approccio maestoso e complesso nel quale le keys sono forse più importanti delle chitarre (comunque sempre presenti). Quasi undici minuti per le evoluzioni di “Ex visionibus… Fatus”, dal testo magico e per quel che mi riguarda assolutamente insondabile: un brano incalzante, che mi ha ricordato alcune cose dei Thy Majestie più progressivi. Bella soprattutto la seconda parte, più veloce e serrata. La ballad “Orfeo’s Lament”, sui tormenti del celebre personaggio mitologico greco (protagonista anche di altri due brani), ha dei toni splendidi, altisonanti e coinvolgenti, e il suo crescendo rapisce sicuramente l’ascoltatore. Altro brano lento, in cui colpiscono i suoni spaziali di tastiera a stridente contrasto con la dolcezza della chitarra acustica, e l’interpretazione cantautoriale del singer ospite Marco Concoreggi, è “Shades of my untimely Autumn”; “Zep Tepi” è invece una classica e ben strutturata bordata prog, forse il brano meno originale ma al contempo anche il più solido e scorrevole (a dispetto dei suoi quasi nove minuti di sviluppo). In un genere ‘difficile’ (in tutti i sensi!) come il progressive metal, gli Helreidh emergono con una grande personalità e una ricca capacità di songwriting: per gli amanti di queste sonorità un acquisto da non lasciarsi sfuggire.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10