(Revalve Records) Dopo sei anni di carriera, un demo ed un EP, debuttano i deathsters romani Helslave, con l’ottima Revalve Records. Oltre 35 minuti di death metal poderoso, sapientemente iniettato di melodia la quale però non toglie assolutamente nulla alla violenza che a tratti sconfina nei paraggi del black. Il vocalist non si risparmia, ed il suo urlo in growl è feroce tanto quanto il suono brutale delle chitarre capaci di annientare l’ascoltatore con riff brutali spesso alternati da passaggi cadenzati che vantano un livello di pesantezza disumano, dando origine a sezioni molto catchy, sconsigliate per la salute delle vertebre. La scuola svedese viene seguita nell’impostazione sonora, ma la personalità della band riesce a materializzare un prodotto devastante, senza cadere nell’ovvio concetto estremo, senza inciampare nell’eccesso melodico e malinconico. Infatti la malinconia è assente da “An Endless Path”, il quale preferisce manifestare sentimenti quali rabbia, furia, voglia di distruzione assoluta. Dopo la tetra ed enigmatica “Sower of Discord”, posta in apertura, un pezzo capace di riassumere la tecnica, la violenza e quei favolosi riff spezza ossa, una specie di marchio di fabbrica della band, si srotola in sequenza una serie di brani potenti, che non rallentano mai, che non danno cenno di cedimento, garantendo una dose di brutalità cinica dall’inizio alla fine. Fantastica “Hypocrite Messiah“, brutale prima, introspettiva e massacrante poi. “Morbid Compulsion” ha una atmosfera pregna di malvagità, offre riff letali, un assolo coinvolgente e ritmiche prive di ritegno e pietà. Tra le nove tracce spicca “Blinding Wrath”, la quale offre melodia crescente annegata da fantastici riff crudeli che vagamente ricordano la scuola Death, aggiungendo varianti intelligenti, coinvolgenti e di sicuro effetto. Un disco che in un certo senso è un cross over di generi: poderoso come il thrash, oscuro e violento come il black, tecnico e ricercato come il melodic death. Un mix superbo, coinvolgente, che dal vivo deve rappresentare un’autentica goduria mentale, una assoluta tortura fisica!
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10