(Eisenwald) Debuttano i danesi Heltekvad con il loro avvincente black metal medioevale… che poi è un debutto che vede protagonisti dei musicisti con già della esperienza, visto che vengono tutti da bands quali Afsky, Solbrud, Sunken e Morild. Black medioevale? Certo, ci sono inserti e parentesi con strumentazione legata a quell’epoca, ma sono le chitarre il vero punto di forza, capaci di essere tanto violente e feroci con l’impostazione black, quanto suggestive con quelle melodie epiche ed eroiche.. spesso mescolando i due ambiti con intelligenza ed efficacia. Un esempio di questa completezza è “Ærbødig er den so m sejrer”: da sonorità quasi festose di mille anni fa ad un incedere aggressivo, pulsante, devastante, con suoni che si intrecciano, riff che si arricchiscono in un turbinio senza sosta e senza respiro. Anche “Ved sværdets klinge skal du forgå” sembra la sintesi della furia cieca… ma quel cambio di impostazione, ritmo e pure sonorità dopo circa un minuto si rivela maledettamente geniale, diabolicamente coinvolgente. Ogni brano racchiude piccoli dettagli ricchi di fantasia, come quei piatti suonati come se fossero spade che si scontrano in battaglia sulla conclusiva “Døden står ved himmelens port”. Album potente, registrato in maniera esaltante, con un vocalist capace di spaziare dallo scream pieno d’odio alle urla strazianti in stile DSBM. Emerge un senso di furia selvaggia affiancato da una cura maniacale nel dar vita a quelle atmosfere legate all’epoca, con brani che evolvono costantemente, spesso proponendo dei cambi di direzione tanto improvvisi quanto avvincenti.
(Luca Zakk) Voto: 8/10