(Iron Bonehead Productions) Gli Heresiarch di “Edifice” sono della Nuova Zelanda. Pubblicano il secondo album che è una sfuriata di death/black metal ruvido con improvvisi innesti inattesi. Tra chitarre sferraglianti, vestite di una distorsione graffiante, batteria che pesta duro e screaming, emergono melodie con uno stile pagan o vagamente folk/medieval e non solo. Si pensi che nella tracklist figura “The Knight’s Folly”, strumentale con synth in modalità flauto e l’aggiunta di un ritmo marziale per creare un brano di taglio medioevale. Si mette in evidenza il riffing per via del fatto che in esso si avvertono sia melodie moderate, docili in larga parte delle composizioni, mentre le fasi irruente e devastanti hanno meno spazio. In questa massa sonora ogni cosa ha un atteggiamento old-style, con dei suoni che rendono l’atmosfera fredda e appunto melodicamente incisiva. Lo stile dei newzelandesi ricorda un po’ la scuola finlandese, per via di questa irruenza tipica del death e del black metal ma armonizzata con melodie sia esse solenni e imperiose che con una certa patina di folklore oppure neo-psichedelia. Un suonare valido anche grazie alla produzione la quale mette in mostra ogni singolo strumento, lasciandoli però in quella crosta personale di ruvidità che rende il prodotto “Edifice” qualcosa di underground ma non tale da essere inferiore a produzioni più celebrate.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10