(7 Degrees Records) Sono polacchi i Herida Profunda e hanno suonato in giro per l’Europa il loro incrocio tra grindcore, crust e brutal. “Power to the People” è il secondo album, il quale è stato preceduto anche da alcuni split tra i quali ne figura uno con gli Hellbastard. “Power to the People” somma quindici pezzi per neppure venticinque minuti, nei quali la band pesta a fondo e con pochissimi rallentamenti. Il loro suonare non è la solita, claustrofobica e soffocante attitudine grindcore, infatti nell’arco dell’ascolto si avvertono più fasi modulate dove la band può comunque aumentare il ritmo generale o darsi a estrazioni meno collassanti. Si ascolti ad esempio “Lie” dove il suo incipit armonico e d’atmosfera lascia poi spazio a un grindcore di maniera che avanza a raffiche. I polacchi si mettono in mostra per una produzione ragionata: ogni strumento riesce ad avere un taglio adatto a esporre un sound in maniera concretamente percepibile e senza eccessi. Grindcore si ma è evidente la componente crust e le due insieme alla fine creano una via di mezzo tra picchi di follia, rabbia, protesta, eccentricità per un album che ha dei risvolti e momenti nei quali oltre ad apparire come dei loschi figuri poco raccomandabili, Herida Profunda si mostrano con una buona creatività. “Power to the People” si ascolta a raffica e invita a ricominciare quando l’ultimo brano “Wasteland” si esaurisce. Una menzione sui testi, da buona band grindcore Herida Profunda si lancia in invettive di protesta e dunque politiche e sociali, soprattutto scagliandosi contro il partito di governo (Partito di Legge e Giustizia, PiS) che monopolizza le leggi e le istituzioni dello stato, causando la perdita di diritti e l’accettazione silenziosa di un’istituzione che minaccia di diventare un regime. Resistere, resistere, resistere e ancora resistere per dare il potere al popolo.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10